Il viaggio di Dante: Ascesa al Paradiso
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Il racconto di Cacciaguida e la richiesta di consiglio
"E porterai scritto nella memoria queste cose sul suo conto, che non dovrai riferire"; e disse cose che saranno incredibili anche a chi le vedrà di persona.
Poi aggiunse: "Figlio, queste sono le spiegazioni di ciò che ti fu detto; ecco le insidie che ti attendono nel giro di pochi anni.
Non voglio però che tu serbi rancore ai tuoi concittadini, poiché la tua vita è destinata a durare assai oltre la punizione che attende la loro perfidia".
Dopo che, tacendo, l'anima santa mostrò di aver completato la trama in quella tela di cui le porsi l'ordito (dopo aver risposto alla mia domanda), io cominciai, come colui che ha un dubbio e desidera un consiglio da una persona che vede, vuole e ama secondo giustizia:
"Io vedo bene, padre mio, che il tempo avanza velocemente verso di me per darmi un colpo tale, che è tanto più grave quanto più uno si abbandoni ad esso;
dunque è necessario che io mi armi di buona prudenza, così che, se sarò allontanato dal luogo a me più caro (Firenze), io non perda gli altri a causa dei miei versi.
Giù nel mondo infinitamente amaro (Inferno), e lungo il monte dalla cui bella cima gli occhi della mia donna mi sollevarono (Purgatorio), e in seguito in Paradiso, di Cielo in Cielo, ho appreso cose che, se le riferirò, avranno per molti un sapore sgradevole;
e se io sarò timido amico della verità (se ometterò dei particolari), temo di non avere la possibilità di vivere tra coloro che definiranno antico questo tempo (tra i posteri)".
La luce in cui brillava il mio tesoro (Cacciaguida) che io trovai lì, dapprima si fece splendente, come uno specchio d'oro colpito dal sole;
poi rispose: "Una coscienza sporca per la colpa propria o di altri sentirà certo le tue parole come sgradevoli.
Tuttavia, rimossa ogni menzogna, rendi manifesto tutto ciò che hai visto, e lascia pure che chi ha la rogna si gratti (che chi ha colpa ne paghi le conseguenze).
Infatti la tua voce, se sarà spiacevole al primo assaggio, poi quando sarà assimilata lascerà un nutrimento vitale.
Questo tuo grido sarà come un vento che colpisce di più le cime più alte, e ciò non è motivo di poco onore.
Perciò in questi Cieli, in Purgatorio e nella dolorosa valle dell'Inferno ti sono mostrate solo le anime che sono molto famose, poiché l'animo di colui che ascolta non dà retta e non presta fede a un esempio che abbia la sua radice nascosta e sconosciuta (a esempi non noti), né a un altro argomento che non sia di tutta evidenza".
L'invocazione alla Vergine Maria
"O Vergine Madre, figlia del tuo stesso Figlio (di Cristo-Dio), la più umile e la più alta di tutte le creature, termine fisso della sapienza divina, tu sei quella che ha nobilitato la natura umana a tal punto che il suo Creatore non disdegnò di diventare sua creatura (con l'Incarnazione).
Nel tuo grembo si riaccese l'amore tra Dio e l'uomo, grazie al cui ardore nella pace eterna è germogliato questo fiore (la rosa celeste dei beati).
Qui per noi tu sei una fiaccola lucente di carità e sulla Terra, fra i mortali, sei una viva fonte di speranza.
Donna, sei così grande e hai così grande valore che, se uno vuole una grazia e non ricorre alla tua intercessione, è come se il suo desiderio volesse volare senza le ali.
La tua benevolenza non solo risponde a chi la domanda, ma molte volte anticipa spontaneamente la richiesta.
In te vi sono misericordia, pietà, liberalità, in te si raccoglie tutta la bontà che può esservi in una creatura.
Ora costui (Dante), che dal profondo dell'Inferno fino a qui ha visto la condizione tutte le anime dopo la morte, supplica che tu gli conceda, per tua grazia, quella virtù sufficiente perché possa sollevarsi più in alto, verso l'ultima salvezza (guardare Dio).
E io, che non ho mai desiderato di veder Dio più di quanto desideri ardentemente che lo veda lui, ti porgo tutte le mie preghiere e prego che siano sufficienti, affinché tu dissolva in lui ogni velo di mortalità con le tue preghiere a Dio, cosicché gli venga mostrata la suprema beatitudine."