Vincent van Gogh: Biografia Completa, Opere Iconiche e Impatto Artistico

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La Vita di Vincent van Gogh: Un Percorso Artistico e Umano

Gli Anni Giovanili e la Ricerca di una Vocazione (1853-1881)

Figlio di un pastore protestante e primo di sei figli, Vincent Willem van Gogh nacque il 30 marzo 1853 nel villaggio di Groot Zundert, nella regione del Brabante Settentrionale. A 17 anni si recò all'Aia, dove, grazie alla raccomandazione dello zio Vincent, cominciò a lavorare come apprendista per la filiale della casa d'arte parigina Goupil & Cie. Van Gogh poté così apprezzare le opere a sfondo contadino di Millet e quelle della "Scuola di Barbizon".

Nel 1873 Vincent venne trasferito alla filiale di Londra, mentre Theo, il fratello minore nato nel 1857, venne assunto in quella di Bruxelles; iniziò così tra i due un'intensa corrispondenza. Vincent non amava il suo lavoro di mercante d'arte; egli voleva seguire le orme di suo padre e diventare un predicatore, così, nel 1876, si licenziò.

Si trasferì ad Amsterdam per preparare l'esame d'ingresso alla facoltà di Teologia, ma ben presto abbandonò questo progetto per dedicarsi alla predicazione ai poveri; così, nel 1879, si recò nel Borinage, regione mineraria del Belgio, dove i lavoratori vivevano miseramente, per compiere la sua opera di apostolato. Tuttavia, a causa di uno zelo eccessivo che rasentava il fanatismo, l'incarico non gli fu rinnovato.

Fu dopo questa terribile delusione che maturò in Vincent la scelta definitiva a favore della professione artistica, e fu sempre in questo periodo che Theo iniziò a mandare al fratello dei soldi, che diventeranno progressivamente la sua unica fonte di sostentamento. Come aveva fatto in precedenza per l'impegno apostolico, dedicò ora ogni energia a quello artistico. Nonostante disegnasse da tempo, Van Gogh non aveva mai ricevuto un'educazione specifica. Aveva utilizzato un manuale di autoapprendimento dove erano riprodotti modelli in gesso e opere di grandi maestri da copiare. Alla fine dell'81 cominciò a prendere lezioni da Anton Mauve, suo cugino acquisito ed esponente di spicco della "Scuola dell'Aia", ma i loro rapporti si deteriorarono in breve tempo.

Il Periodo Olandese e le Prime Opere (1881-1885)

Vincent conobbe la prostituta Clasina Hoornik, detta Sien, già madre di una bambina di 5 anni e in attesa di un altro figlio. Nel doppio desiderio di redimerla e di avere finalmente una propria famiglia, Van Gogh la prese in casa con sé, ma ben presto si rese conto dell'impossibilità di conciliare la progettata vita familiare con l'impegno esclusivo che intendeva dedicare all'attività artistica e ruppe il legame con Sien.

Pur continuando a disegnare, cominciò a dedicarsi intensivamente alla pittura a olio, rappresentando con realismo la campagna solitaria e il lavoro nei campi; fu in questo periodo che dipinse I mangiatori di patate, considerato il suo capolavoro del periodo olandese.

Nel marzo del 1885 il padre di Vincent morì improvvisamente e, nonostante i loro rapporti fossero da tempo problematici, l'evento colpì profondamente Van Gogh. Nel settembre dello stesso anno, poi, Vincent fu sospettato di essere il responsabile della gravidanza di una giovane che gli aveva fatto da modella e il curato cattolico della cittadina proibì ai contadini di posare per il pittore. Così, a fine anno Vincent partì nuovamente, per trasferirsi ad Anversa.

L'Esperienza Parigina e l'Influenza Impressionista (1886-1888)

Da Anversa ben presto si recò a Parigi, dove frequentò diverse lezioni all'atelier di Félix Cormon, un pittore accademico molto noto all'epoca. Sempre a Parigi conobbe personaggi del calibro di Toulouse-Lautrec, Monet, Renoir, Degas, Pissarro. Ma, almeno inizialmente, le opere degli impressionisti non lo colpirono positivamente, come aveva raccontato alla sorella Wil: "Le loro opere sono brutte, disordinate, mal dipinte e mal disegnate, sono povere di colore e addirittura spregevoli".

Ben presto, però, cambiò opinione e, malgrado non si considerasse impressionista, schiarì notevolmente la propria tavolozza ed espresse grande ammirazione nei confronti dei nudi femminili di Degas e dei paesaggi di Pissarro. Van Gogh aveva cominciato a frequentare la bottega di Père Tanguy, uno di quei commercianti di colori che vendevano a poco prezzo i dipinti di giovani artisti anticonvenzionali. Fu presso Tanguy che Vincent strinse amicizia con Émile Bernard e fece la conoscenza di Gauguin.

Nel 1887 Van Gogh organizzò una mostra presso il Restaurant du Châtelet, con l'intenzione di riunire tutti i suoi nuovi amici. Vi espose parecchie opere di Bernard e Gauguin, ma, con suo grande dispiacere, non parteciparono i neoimpressionisti. La vita a Parigi non si rivelò affatto semplice; le città non erano mai state il suo ambiente ideale e, spinto anche dai soggiorni bretoni di Gauguin, Van Gogh decise di lasciare la capitale, alla ricerca di un ambiente solitario e rilassante. Così, nel febbraio del 1888, Van Gogh partì alla volta di Arles, in Provenza.

Arles: Il Sogno della Comunità Artistica e la Crisi (1888)

I colori accesi del sud erano esattamente ciò di cui aveva bisogno per sviluppare la sua pittura verso uno stile proprio, slegato dall'influenza dell'Impressionismo. Sebbene si sentisse finalmente sulla strada giusta, voleva condividere con amici e colleghi le proprie idee, promuovendo la nascita di una comunità di pittori. Prese in affitto ad Arles la Casa Gialla, protagonista di un celebre dipinto, e scrisse a Gauguin e Bernard invitandoli a raggiungerlo.

L'invito venne accolto solo da Gauguin. Vincent provava nei confronti di quest'ultimo una profonda ammirazione e desiderava ardentemente la compagnia di qualcuno con cui condividere tempo, idee e passioni. Dal canto suo, tuttavia, Gauguin, che coltivava il sogno di tornare in Martinica e si riteneva nettamente superiore a tutti i suoi colleghi, non condivideva l'entusiasmo dell'amico; comunque, dopo una serie di titubanze, raggiunse Arles alla fine dell'ottobre 1888. I loro caratteri e le propensioni artistiche tendevano però a scontrarsi: tanto Gauguin voleva allontanarsi dalla realtà, quanto Vincent voleva coglierne l'emozione.

Nel giro di poco più di un mese i loro rapporti si fecero sempre più tesi. Vincent, presagendo la fine dello "studio del sud" e, dunque, del suo sogno, divenne preda di una crescente tensione, finché, una notte in cui aveva visto Gauguin uscire di casa, si mutilò l'orecchio destro con un rasoio. Gauguin, appresa la notizia, partì per Parigi senza vedere l'amico. Ripresosi, Vincent parlò in modo sereno del suo stato di esaurimento, affermando di non poter invitare altri pittori per il timore di nuove ricadute. Una volta dimesso riprese a lavorare, ma i cittadini di Arles firmarono una petizione chiedendone l'internamento.

Saint-Rémy: La Malattia e la Continua Evoluzione Artistica (1889-1890)

Vincent decise di farsi ricoverare nel manicomio di Saint-Rémy, non lontano da Arles. Non riceveva nessuna cura specifica ed aveva il permesso di dipingere anche fuori del ricovero. Se il luogo gli assicurava una certa tranquillità, l'atmosfera deprimente non risollevava certo il morale del pittore, che accettò la propria malattia perdendo ogni speranza di guarigione.

Il suo stile era ancora in evoluzione, in direzione di una sempre maggiore espressività, e la sua fonte di ispirazione continuava ad essere la natura. Pochi mesi dopo Van Gogh fu preda di una nuova fortissima crisi, che lo gettò in una profonda depressione, acuita dalla proibizione di dipingere senza autorizzazione, poiché, nel corso del suo ultimo attacco, aveva tentato di ingerire dei colori. Non potendo uscire, eseguì numerose copie da Millet, Delacroix, Rembrandt e Daumier e cominciò a coltivare il proposito di tornare al nord per evadere da un ambiente sempre più soffocante.

Il suo ideale era quello di vivere insieme a un altro pittore e Theo pensò a Pissarro. La moglie dell'artista, però, che temeva la presenza di una persona instabile a contatto con i figli, si oppose, e Pissarro suggerì allora di contattare il dottor Paul Gachet, un medico di Auvers-sur-Oise, amante dell'arte e amico di diversi artisti.

Auvers-sur-Oise: Gli Ultimi Mesi e la Tragica Fine (1890)

Il 16 maggio 1890, Vincent lasciava la Provenza alla volta di Auvers. Gli ultimi mesi erano stati sereni: Theo aveva avuto un figlio e lo aveva chiamato Vincent; dieci suoi dipinti di Arles e Saint-Rémy avevano ricevuto grandi apprezzamenti alla nuova esposizione degli Indépendants, soprattutto da parte dei colleghi, tra cui Monet, Pissarro, Bernard e Gauguin.

Una volta ad Auvers, Vincent entrò immediatamente in sintonia con l'eccentrico dottor Gachet e nel giro di due settimane aveva già iniziato il suo ritratto. A turbare il suo equilibrio fu però una serie di problemi capitati a Theo, che entrò in rotta con i suoi principali e, contemporaneamente, dovette fronteggiare la malattia di sua moglie e suo figlio. Vincent risentì fortemente della situazione e, nuovamente attanagliato dall'angoscia, ebbe un violento diverbio con Gachet, fino a rompere i rapporti.

Terrorizzato dall'idea di avere nuovi attacchi, il 27 luglio si sparò un colpo di rivoltella nei campi, dove era uscito per dipingere. Ferito, tornò in paese, chiudendosi in camera sua. Presto fu raggiunto da Gachet e da Theo, ma il pittore aveva ormai perso ogni volontà di vivere e morì la notte del 29 luglio.

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