Virtù, Conoscenza e Dualismo: Percorsi Filosofici da Platone ad Agostino

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Virtù e Felicità in Platone

Il vero bene dell'uomo, la felicità, deve essere raggiunto attraverso la pratica della virtù. Ma che cosa è la virtù? Platone concorda fondamentalmente con l'identificazione socratica di virtù e conoscenza.

L'Intellettualismo Etico e la Conoscenza del Bene

La mancanza di virtù non è una perversione della natura umana, poiché l'uomo, per sua stessa natura, cerca il bene per sé. Tuttavia, se non si conosce il bene, si può scambiare per buono ciò che è sbagliato o nullo e, di conseguenza, agire in modo inappropriato. La mancanza di virtù equivale, quindi, a ignoranza.

Solo chi conosce il concetto di proprietà può agire in modo appropriato, sia in pubblico che in privato, come afferma Platone nella Repubblica, al termine della presentazione e dell'analisi del mito della caverna. Quando qualcuno sceglie un'azione che è chiaramente male, lo fa, secondo Platone, credendo che il tipo di comportamento scelto sia buono, perché nessuno sceglie il male consapevolmente e volontariamente.

In questo senso, la virtù cardinale sarebbe la prudenza (phronesis), ovvero la capacità di riconoscere ciò che è veramente bene per l'uomo e la disponibilità dei mezzi per conseguirlo. La dipendenza dall'intellettualismo socratico è chiara nel pensiero etico di Platone.

Le Quattro Virtù Cardinali e l'Anima

Nella Repubblica, Platone elenca quattro principali virtù:

  • Saggezza (Sophia)
  • Coraggio o Fortezza (Andreia)
  • Temperanza (Sophrosyne)
  • Giustizia (Dikaiosyne)

Platone stabilisce una corrispondenza tra ciascuna delle virtù e le parti dell'anima, nonché le diverse classi sociali della città ideale. La parte più alta dell'anima, la parte razionale, ha la saggezza come sua virtù specifica.

La giustizia, invece, è la virtù generale che impone che ogni parte dell'anima adempia la propria funzione, stabilendo l'armonia corrispondente nell'uomo. Essa impone dei limiti o la misura in cui ciascuna delle virtù deve svilupparsi nell'uomo. Il fatto che Platone abbia una concezione assoluta del bene rende la funzione dell'anima razionale fondamentale per l'organizzazione della vita pratica e morale dell'uomo.

Priorità della Fede sulla Ragione: Agostino d'Ippona

L'incontro tra filosofia greca e religione cristiana fu complesso. Da un lato, alcuni filosofi cristiani cercarono di conciliare la fede cristiana con la ragione filosofica, mentre altri proposero una separazione radicale tra il campo della rivelazione e quello della riflessione razionale. Gli autori greci e latini del periodo, nel frattempo, criticarono e respinsero categoricamente la nuova religione che introduceva concetti, ai loro occhi, assurdi e scandalosi come l'incarnazione di Dio.

Tuttavia, la sintesi tra ragione e fede fu imposta da autori come Agostino d'Ippona, anche se la filosofia dei teologi cristiani era quasi sempre soggetta alla verità della religione stessa. Il pensiero di Agostino, fortemente influenzato dal Platonismo e critico nei confronti di Aristotele, è un chiaro esempio di questa sottomissione della ragione alla fede.

La Teoria Agostiniana della Conoscenza

L'autore cristiano sviluppò una teoria della conoscenza per sostenere la sua tesi del primato della fede sulla ragione. Per Agostino, ci sono tre tipi di conoscenza:

  1. La conoscenza sensibile
  2. La conoscenza razionale (inferiore)
  3. La conoscenza razionale superiore (o saggezza)

La Conoscenza Sensibile e Razionale Inferiore

La conoscenza sensibile è il grado più basso e richiede il corpo per essere attuata. Essa è mutevole e non genera scienza, ma solo opinione.

La conoscenza razionale, nella sua parte inferiore, coglie l'universalità della realtà sensibile, percependo schemi e regolarità nel mondo. Questo tipo di conoscenza può generare la scienza e la matematica, ma dipende sempre dal mondo che cambia per essere aggiornata.

La Conoscenza Razionale Superiore e l'Illuminazione

Infine, la conoscenza razionale superiore, chiamata anche saggezza da Agostino d'Ippona, è la conoscenza delle verità immutabili ed eterne. Nel linguaggio platonico, è la conoscenza delle Idee. Tuttavia, mentre le idee platoniche sono autonome e necessarie, le verità eterne di cui parla Agostino risiedono nella mente di Dio.

Come si raggiunge, dunque, la visione di queste verità nella mente di Dio? Solo se Dio concede all'anima mortale dell'uomo l'illuminazione. La ragione da sola non è sufficiente per conoscere la realtà ultima, ma ha bisogno dell'assistenza di Dio.

Per Agostino, non c'è una netta distinzione tra fede e ragione, poiché esiste una sola verità, rivelata dalla religione cristiana. La ragione è utile solo per comprendere meglio questa verità e interiorizzarla, ma Agostino sottolinea sempre che senza la fede nei dogmi non si potrebbe acquisire la vera saggezza. Da qui la sua famosa dichiarazione: “Crede ut intelligas” (Credi per capire).

L'Opposizione tra Mondo Sensibile e Mondo Intelligibile in Platone

L'esperienza di un mondo in costante movimento e cambiamento, come aveva affermato Eraclito, pose notevoli difficoltà a Platone. Ciò che muta continuamente difficilmente può essere pensato con certezza e non può essere oggetto di vera scienza.

Il mondo sensibile ci consegna immagini in movimento o immagini apparentemente statiche, ma anch'esse soggette a mutamento: vediamo le nuvole passare, la corrente di un fiume, e anche se vediamo la roccia o l'albero sotto i nostri occhi, sappiamo che sono soggetti a trasformazione e cambiamento.

La Dottrina delle Idee

In contrapposizione al mondo sensibile, deve esistere un universo ideale, indipendente dalle cose reali, e percepibile attraverso un tipo di visione diversa da quella dei nostri occhi. Questo universo è universale e in esso risiedono le Idee, che sono immutabili ed eterne. Esse costituiscono la vera realtà, l'archetipo del mondo sensibile.

Le Idee non sono solo concetti o costrutti psichici, più o meno generali, utilizzati per ordinare i vari significati delle parole, ma sono anche il fondamento e il modello del mondo reale.

Esistono due mondi distinti:

  • Il Mondo Sensibile: che cambia continuamente e che percepiamo attraverso i sensi.
  • Il Mondo Intelligibile: che è privo di cambiamento.

Gli oggetti del mondo sensibile partecipano (méthexis) alle Idee, e perciò possiedono una qualche realtà, sebbene imperfetta, e assumono un riflesso del mondo intelligibile. L'idea del tavolo, ad esempio, esiste come parte dell'Idea di Tavolo (perfetto).

Il mondo dei sensi, quindi, è un mondo soggetto al divenire, non è la realtà ultima perché è un'ombra delle Idee intelligibili.

Le Idee come Fondamento Etico ed Estetico

Le Idee costituiscono anche lo sfondo dei concetti etici ed estetici, che sono radicati nella mente e nel linguaggio (bontà, giustizia, bellezza, amore...). Deve esistere qualcosa di bello in sé, di giusto in sé, di bene in sé. Questo "in sé" denota l'ideale di quei concetti, ciò che non dipende dalle molteplici proposizioni che usiamo.

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