La Visione Politica di Nietzsche: Critica dello Stato e della Democrazia

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Per Friedrich Nietzsche, la politica appartiene al campo della pura illusione. Egli sosteneva che la politica, così come era stata concepita fino ad allora, era un campo di battaglia dove interessi in competizione si scontravano, presentandosi come qualcosa che prometteva di realizzarsi.

La Politica e il Popolo: Un Ideale Comunitario

La politica, secondo Nietzsche, era considerata valida solo quando si concentrava sulla ricostruzione della città, del popolo, sull'ideale di una vera comunità. Per il filosofo, solo quest'ultima può salvare l'uomo e il popolo dallo stato disastroso in cui si trovano a causa dell'azione dell'egualitarismo democratico promosso dalla modernità. Per lui, non può esserci vera politica se non c'è il popolo, perché solo il popolo è essenzialmente politico. La politica non dovrebbe essere una mera pratica, ma dovrebbe appellarsi a categorie politiche fondamentali, ovvero il bisogno intrinseco del popolo di organizzazione e di leadership, ma sempre all'interno del suo complesso.

Nietzsche e la Critica dello Stato

Nietzsche considera lo Stato come una delle più grandi perversioni dell'uomo. Affermava che lo Stato è astratto, mantiene un comportamento spersonalizzante e tratta gli individui in maniera indiscriminata. Di conseguenza, quando l'individuo gli è soggetto e dipende da esso, perde la sua individualità, la sua creatività e la sua libertà. Inoltre, con una frase lapidaria, Nietzsche ci dice che quando l'individuo si sottomette o accetta lo Stato, diventa un servo, cadendo in uno stato di gregge. Solo quando lo Stato sarà superato, emergerà il vero uomo: il Superuomo.

L'Inutilità dello Stato e l'Avvento del Superuomo

In breve, Nietzsche sostiene l'idea che, man mano che l'uomo matura politicamente, vede la soluzione solo attraverso un processo di "alta politica". Questo è il momento in cui il Superuomo sostituirà l'"ultimo uomo", e solo allora lo Stato sarà completamente inutile.

La Democrazia Moderna e la Trasformazione dell'Uomo in Gregge

Per Nietzsche, la democrazia moderna non solo ha detronizzato il re e secolarizzato la parola di Dio, ma ha anche trasformato la mandria religiosa in una mandria politica. In questo nuovo uomo-gregge, l'individuo si sottomette, sacrificando la propria individualità innata e arrendendosi alla mediocrità del numero. L'egualitarismo democratico ha reso l'uomo qualcosa di soggettivo, incoerente e banale. Quest'uomo, invece di guadagnare posizioni più elevate, regredisce a una condizione di scarsa importanza, proprio nel momento in cui il popolo cessa di essere tale per diventare una massa.

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