Invarianti e Non Invarianti Relativistiche: Analisi e Conclusioni

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Invarianti e Non Invarianti Relativistiche

Invarianti Relativistiche

  • Q: Carica elettrica
  • Costanti universali (ε0, 2π)
  • D: Distanza perpendicolare al movimento

Non Invarianti Relativistiche

  • λ: Lunghezza d'onda
  • F: Forza

Conclusioni

  • La quantità di moto (∆p) è invariante relativistica.
  • Il campo magnetico (B) è un campo elettrico visto in movimento.

Scelte Dimensionali

SI

  • [q] = [C] e poi [A.s]
  • → [k] = [Nm²/C²]
  • Ma essendo K = 1/4πε, ε non è adimensionale
  • Quindi essendo D = εE → [D] ≠ [E]

Sistema di Gauss

  • [k] adimensionale (=1 nel vuoto)
  • → [q] = [√(F*m²)] = [√(dyne * cm²)]
  • ε adimensionale essendo k adimensionale
  • quindi [E] = [D]
  • [B] = [Ns/mC] = [Tesla] da F = kqv*B dove k adim.
  • H = B/μ dove μ non adimensionale → [B] ≠ [H]
  • Da F = kqv*B dove k = 1/c
  • di conseguenza [B] = [H] = [N/C] quindi anche
  • [B] = [H] = [E] = [D]

Relazioni di Lorentz

Le relazioni tra t e t' trovate da Einstein erano state introdotte da Lorentz sulla base di un ragionamento diverso. Per Einstein infatti ∆t = f(∆t') e L = f(L') vengono da una deduzione teorica seguita da una verifica sperimentale. Lorentz invece le deduce dal risultato sperimentale dell'esperimento di Michelson e Morley, che portava ad affermare che Vluce = c indipendentemente dalla V dell'osservatore. Dall'esperimento si sarebbe dovuto concludere che l'etere non si muove rispetto alla Terra, ma che la Terra nel suo movimento si trascina l'etere. Allora Lorentz, per non mettere la Terra al centro dell'universo, affermava che il risultato dipende dal fatto che a seconda del nostro movimento varia il modo di calcolare s e t. V = sempre c perché s e t dipendono dalla mia velocità.

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