Vita e opere di Virgilio

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VIRGILIO VITA E OPERE

Le fonti per avere notizie della vita di Virgilio sono state ricavate da:

  • Vita di Svetonio

A cui si è ispirato anche:

  • Donato nella sua Vita
  • Commentari di Servio

  • Virgilio nasce nel 70 a.C ad Andes, (Mantova) nell'attuale Pietole. I suoi genitori erano dei piccoli proprietari terrieri, queste sue origini campagnole determinano una caratteristica che ritroveremo sempre nella sua opera cioè l’amore per la natura e la campagna.

  • Virgilio opera in un contesto storico difficilissimo: guerre civili tra Cesare e Pompeo e tra Antonio e Ottaviano Augusto

  • Studia prima a Milano e poi a Cremona, studia eloquenza perché vuole aspirare a carriera politica, questi studi però sono in contraddizione con la sua natura timida e riservata.

  • Si reca poi a Roma per continuare gli studi e dove fa degli incontri molto importanti ed entra in contatto con il circolo dei poetae novi che si attengono (i letterali) ad alcuni principi:

  • Il modello a cui si ispiravano era il poeta greco Callimaco

Si ispirano a una poesia caratterizzata dalla Brevitas cioè la poesia doveva esser breve e quindi era un principio in contrapposizione a quelli che erano i canoni della poesia epica tradizionale. Questo perché solo una poesia breve poteva essere raffinata e inoltre doveva essere anche dotta cioè doveva attingere patrimonio culturale di conoscenze mitologiche, letterarie, geografiche, linguistiche del mondo greco, infine doveva essere una poesia individualista non affrontavano tematiche pubbliche e politiche, ma ci doveva essere un ripiego sul mondo interiore.



Deluso dalle esperienze negative vissute a Roma come oratore, si reca a Napoli dove studia la filosofia epicurea, che ottiene molto successo tra la gente colta stufa del clima bellico contemporaneo. Fama perché riguardava l’abbandono:

  • delle ambizioni

  • delle lotte per il potere

  • delle passioni dell'animo

Si abbandona in campagna e al completo ozio, si dedica alla letteratura e alla filosofia e ritrova serenità nell'animo.

Attraverso un periodo difficile dal quale nascono Bucoliche, che ottengono molto successo e per questo successivamente musicate. Esse permettono la sua entrata nel circolo di Mecenate, un suo caro amico che organizzerà un circolo di artisti (tra cui poi Virgilio) le quali opere costituivano una sorta di propaganda al regime augusteo.

Periodo sereno + risarcimento per il potere perso del padre (villa sul Golfo di Napoli)

Compone le Georgiche e successivamente, su richiesta di Augusto, l'Eneide

Virgilio muore nel viaggio di ritorno, intrapreso per controllare i luoghi in cui ha ambientato la sua opera, nel 19 a.C. Quando si rese conto che stava per morire chiede che la sua opera venga bruciata perché non ha fatto il labor limae e non l'ha revisionata, la sua opera non può quindi essere pubblicata con le imperfezioni

Augusto ordina ai suoi amici, conosciuti da Virgilio a Napoli all'epoca della filosofia epicurea, di correggerla.

  • Virgilio muore nel 19 a.C.



Opere

Le sue opere:

  • Appendix vergiliana

opere giovanili insieme a delle opere di altri autori, importanti perché testimoniano la poesia latina del I secolo a.C.

  • Bucoliche o canti dei bovari, dette Egloghe = ovvero,canti dialogati tra pastori e mandriani.

Sono 10 e in esse si sente l'influenza dei poetae novi, infatti sono poesie pastorali, e dell’epicureismo, esaltazione della vita campestre. La campagna è concepita come rifugio dalla realtà.

Nonostante questo la filosofia di vita che sottesa a quest'opera è molto negativa perché la vita dell’uomo è dominata dal dolore, dal fato, contro cui l’uomo non può imporsi e non può fare nulla, quindi c’è l'Impossibilità dell’uomo di comprendere perché gli capitano certe disgrazie e quindi c’è un’ impotenza umana verso la propria infelicitá.

La 1° e la 9° egloga hanno carattere autobiografico mentre la 4° ha diverse interpretazioni, perché si parla di una nuova età dell'oro e di una nuova rigenerazione del mondo dovuta alla nascita di un bambino (cristiani pensano a Gesù cristo)

Virgilio ha fatto molte opere e ci sono molte interpretazioni cristiane in esse.

- Virgilio compone le Georgiche → sono un poemetto didascalico, che ha lo scopo di insegnare qualcosa, infatti riguarda la vita dei campi e insegna ad esempio come allevare le api.

Sono 4 libri

In quest'opera la concezione di vita è completamente cambiata grazie al cambiamento della vita di Virgilio e compaiono finalmente la fede e la speranza

Il dolore caratterizza sempra la vita dell'uomo però assume una valenza positiva cioè viene visto come mezzo di redenzione per l’uomo

Il lavoro diventa il mezzo che l’uomo ha per vincere le avversità della natura

Celebrata la natura, che dà, e il lavoro umano.

Caratteristiche della sua opera:

Amore natura

Criteri stilistici dei poetae novi Filosofia epicurea



Eneide

composta tra il 29 e il 19 a.C. fu salvata da Augusto perché, quando Virgilio morì, chiese che la sua opera venisse bruciata perchè era un perfezionista e non aveva fatto l'ultimo lavoro di revisione dell'opera. Nonostante non voleva che fosse pubblicata, Augusto non lo ascoltò e fece visionare l’opera dagli amici che Virgilio aveva conosciuto a Napoli, quando aveva studiato filosofia epicurea. L'Eneide è un poema epico che ha come protagonista Enea, personaggio in cui si fondono:

  • il ciclo troiano, perché Enea era un personaggio minore dell'Iliade caratterizzato dal coraggio, già da subito protetto dagli dei e prescelto dal fato

  • una leggenda italica, secondo la quale alcune città italiane fossero state fondate da eroi Troiani

  • la tradizione che voleva come fondatore della dinastia Gens Iulia, da cui discendevano Cesare e Augusto, Iulio, cioè il figlio di Enea

Si inserisce nell'opera di restaurazione Augustea, Augusto infatti cercò di restaurare il mos maiorum e restaurare la Pax Augustea, riportare quindi la pace dopo quel grande periodo di guerre civili. L’opera ha quindi uno scopo celebrativo, o encomiastico, perchè ha lo scopo di esaltare la grandezza di Roma e la missione di Roma di civilizzare i popoli sottomessi. Questo aspetto è molto presente nel sesto libro dove Eneide scenderà nel regno dei morti e, parlando con il padre Anchise, vedrà tutti i suoi discendenti, raccontando così la storia romana.

Pur essendo un'opera celebrativa, in realtà Augusto viene citato solo tre volte:

  1. nel primo libro quando si parla della profezia di Giove

  2. nel sesto libro con la catabasi

  3. nell’ottavo libro con la descrizione dello scudo di Enea



Però, pur essendo citato pochissimo, viene comunque considerato il punto di arrivo della storia romana.

Nel poema si intrecciano mito e storia. La storia infatti viene recuperata attraverso:

  • le profezie e il libro sesto, quando tutte le anime dei discendenti si reincarnano

  • la ricerca eziologica delle origini degli avvenimenti, riti, usanze del tempo di Virgilio

Secondo la tradizione, l'opera viene distinta in tre parti:

  • dal primo al quinto libro: soprattutto viaggi + storia d’amore con Didone

  • nel sesto libro: la discesa agli inferi, ovvero la catabasi

  • dal settimo al dodicesimo libro: l'arrivo nel Lazio e la guerra contro Turno, re dei rutuli

Una critica più recente vede invece la divisione dei libri in base ai personaggi:

  • dal primo al quarto libro: la storia si incentra su Didone

  • dal quinto all'ottavo: su Enea

  • dal nono al dodicesimo: su Turno

Mentre sappiamo che l’Iliade e l’Odissea ricoprono un arco temporale di 40/50 giorni, l’unico dato temporale che sappiamo dell’Eneide è che, prima di arrivare a Cartagine, i troiani hanno girato per mare 7 anni.

L'Eneide è il poema dei vinti:

- vinti dall'amore, perché Virgilio ha una concezione dell'amore come una ferita, un fuoco, una fiamma, una passione, un sentimento che porta alla follia, infatti Didone sarà portata alla morte e quindi sarà vinta dall'amore.

- vinti dalla guerra e dal fato, nella seconda parte del poema saranno molte le giovani vite stroncate dalla guerra, per esempio Eurialo, Niso, Pallante, Camilla



Ci sono anche figure parentali caratterizzate dal dolore come Priamo, come la madre di Eurialo, che vede il proprio figlio martoriato e ucciso. Il dolore permea tutta la vita come nelle Bucoliche e nelle Georgiche, c'è un atteggiamento triste che è in contrasto con quello che era l’intento celebrativo, che corrisponde proprio al sentimento di sensibilità di Virgilio.

Ci sono divinità antropomorfe, ma profondamente diverse da quelle omeriche perché intervengono raramente nelle vite degli uomini, ciò che invece domina assolutamente è il fato incontrastabile.

Nell'eneide il narratore è soggettivo, cioè interviene in prima persona commentando i fatti e manifestando la propria commozione. Partecipa a quello che viene narrato attraverso sia l’empatia, cioè l'identificazione con i personaggi attraverso le apostrofi, e sia con la simpatia che ha nei confronti degli stessi personaggi, sentimento presente soprattutto nella seconda parte nei confronti delle giovani vite sacrificate dalla guerra.

Le caratteristiche in comune e le differenze con i poemi omerici

Il modello di Virgilio è sia Omero che, per quanto riguarda altri aspetti, Apollonio Rodio

Gli elementi in comune sono:

  • la struttura, Omero: 24 libri, Virgilio: 12

  • Le tematiche del viaggio, nella prima parte dell’opera, e della guerra, nella seconda.

  • L’inizio in medias res, che caratterizza tutte le opere

  • La presenza degli dèi antropomorfi, che però intervengono poco nelle vicende degli umani nell’Eneide

  • La presenza del fato, presenti in tutte le opere ma più immutabile in Virgilio

  • Degli episodi interi, come la discesa agli inferi, ripresa dall’Odissea



  • Un personaggio, Achemenide, compagno di Odisseo dimenticato sull’isola dei ciclopi

  • Una donna come motivo di guerra, così come Elena scatenò la guerra di Troia, Enea combatte contro Turno per Lavinia, figlia di Latino

  • La lotta contro Turno che è come un nuovo Achille

  • La conclusione dell’opera, come l’Iliade finisce con la morte di Ettore, l’Eneide finisce con la morte di Turno

  • La tematica dei nostoi, dei ritorni: come Odisseo ritorna alla propria patria, così anche Enea torna alla patria di uno dei fondatori di Troia ossia Dardano, la cui patria era appunto l’Italia. Diverso però l'atteggiamento dei due eroi, per entrambi il viaggio è un ritorno alle origini, ma, mentre Odisseo vuole tornare a casa, appropriarsi della sua identità di padre, di marito e di sovrano e quindi guarda in avanti, Enea guarda verso l'Italia ma il suo cuore lo fa volgere indietro, perché se lui potesse, tornerebbe a rifondare Troia.

Le differenze invece sono:

  • la diversa caratterizzazione dei personaggi, la psicologia dei personaggi è più approfondita in Virgilio, che dimostra una grande capacità di cogliere la realtà degli uomini in tutta la sua complessità, ciò sia per una sensibilità personale che per l’influenza dei poetae novi

  • gli eroi viaggiano per motivi diversi: odisseo → per sete di conoscenza e voglia di ritornare a casa, enea → spinto dal fato

  • visione diversa della vita, per esempio la concezione di guerra: per omero era lo strumento per dimostrare il valore dell'eroe, per virgilio era una dolorosa necessità alla quale gli uomini non potevano sottrarsi. Nella concezione di vita di Virgilio la pietas è il sentimento predominante così come il dolore, mentre l’amore è concepito come follia, pazzia, fuoco, fiamma e ciò che potrebbe portare anche alla morte

  • lo stile: lo stile omerico è impulsivo e più immediato, mentre quello virgiliano è raffinato e razionale, caratteristica tipica dei poetae novi, che lo porterà anche al desiderio di distruggere l’opera per il mancato labor limae



Enea

Protagonista, figlio della dea Venere e del mortale Anchise.

E’ presentato come un giovane coraggioso, già protetto dagli dèi, infatti Giove, avversario dei troiani, lo salva in una situazione, e prescelto dal fato per grandi imprese.

Il suo epiteto per eccellenza è pius, che deriva dalla pietas, cioè insieme di sentimenti, caratteristico della romanità, che indicano fondamentalmente il rispetto per tutto ciò che è considerato al di sopra dell’uomo, quindi il rispetto per gli dei, rispetto per la famiglia, rispetto per i genitori, senso di dovere, devozione, lealtà verso gli alleati, spirito di sacrificio.

Inoltre è il prototipo del perfetto romano perché è un'opera celebrativa e quindi il protagonista è il modello a cui devono ispirarsi i romani, quindi esempio di coraggio, di lealtà, di giustizia, di devozione e senso civico.

E’ un guerriero solidale, cioè molto leale nei confronti dei nemici. L'unica occasione in cui non lo è, è nell'ultima battaglia contro Turno.

E’ l'uomo del fatto perché tutta la storia è caratterizzata dalla scelta di Enea di obbedire al fato che lo vuole come progenitore dei romani in quanto padre di iulo, da cui inizia appunto la dinastia Julia. Per questo motivo viene anche considerato da alcuni il re sacerdote, proprio perché schiacciato dalla pietà e dal fatto.

Altri commentatori vedono invece un percorso di formazione e quindi Enea un eroe in evoluzione, soprattutto grazie al viaggio negli inferi, catabasi, dove conosce il presente, il passato e il futuro e apprende la conoscenza della vita e della morte. Enea è quindi un eroe complesso il cui viaggio è un labor, un lavoro, e una fatica e la guerra una dolorosa necessità. E’ quindi portavoce del pensiero di Virgilio che vede la guerra in modo negativo, pensiero che assolutamente differisce da quello di Omero per cui la guerra è lo strumento che avevano gli eroi per dimostrare il proprio valore.

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