La Repubblica di Weimar

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LA REPUBBLICA DI WEIMAR: La Repubblica di Weimar è il regime politico instaurato in Germania nel 1919 dopo la fine della Prima Guerra Mondiale: prende il nome dalla città di Weimar in cui, dopo la sconfitta dello stato tedesco durante il primo conflitto mondiale, si tenne un’assemblea nazionale per creare una nuova Costituzione. La Weimarer Republik fu il primo tentativo di instaurare un regime democratico in Germania: nonostante le grandi tensioni interne, la Repubblica può essere considerata come uno dei primi modelli democratici d’ispirazione europea; la Costituzione infatti prevedeva il suffragio universale sia maschile che femminile, l’elezione diretta del Presidente e ribadiva la responsabilità del governo di fronte al Parlamento. Il 1933 è indicato come l’anno in cui ha fine il regime politico della Repubblica di Weimar, che crolla a favore della dittatura nazista; i problemi a livello economico e politico, combinati all’ascesa di Adolf Hitler e del suo partito nazionalsocialista, hanno contribuito al fallimento della Repubblica, creando così le basi per quello che sarebbe stato il periodo più buio in assoluto della Germania (che avrebbe portato poi alla seconda Guerra Mondiale). C’era una situazione molto incerta a causa della crisi economica del dopoguerra, che riguardava soprattutto gli ex imperi centrali. In Germania sembrava molto vicina una rivoluzione, infatti poco prima della disfatta bellica ci fu la rivolta dei marinai, la prima di molte altre. Si crearono, sull’idea dei soviet russi, consigli di operai e di soldati. Fu proclamata la repubblica e il capo fu il socialdemocratico Elbert. Un'assemblea costituente convocata a Weimar creò la nuova costituzione. Secondo la costituzione:

  • il potere legislativo era del parlamento eletto a suffragio sia maschile sia femminile con sistema proporzionale e del consiglio federale, fatto dai rappresentanti delle regioni
  • il presidente della repubblica era eletto ogni sette anni dai cittadini e nominava il capo del governo, poteva scogliere il parlamento, poteva sospendere i diritti costituzionali dei cittadini in caso di minaccia alla sicurezza.

In continuità con il passato c’erano le gerarchie dei militari e della burocrazia. La repressione del moto rivoluzionario spartachista. I socialdemocratici e i socialisti controllavano una grande parte del governo, ma erano divisi sui programmi:

  1. i socialdemocratici avevano la maggioranza e l’appoggio delle masse e dei sindacati, e volevano un regime parlamentare
  2. i socialisti volevano riforme importanti
  3. c’era poi, all’estrema sinistra, la Lega di Spartaco, che poi diventerà il Partito comunista tedesco, voleva una rivoluzione

A Berlino ci fu una manifestazione dell’estrema sinistra contro il trasferimento del prefetto socialista: divenne un conflitto armato. Noske schierò i “copri franchi”, ossia squadre d’azione contro la rivoluzione. Fecero una repressione sistematica, eliminando prima tutto il nucleo dirigente comunista, poi tutti i rivoltosi. Alla fine della rivolta di Berlino, queste squadre continuarono ad operare in modo autonomo rispetto al governo e grazie all’appoggio di ufficiali dell’estrema destra. Uccisero anche chi voleva attuare ciò che pretendeva la pace cercando di moderare le richieste.

Il problema più grave restava la crisi economica. L’inflazione era incontenibile. Le cause erano gli interventi che lo stato fece per avere i soldi per pagare la guerra e i trattati di pace:

La situazione peggiorò nel 1921, quando i paesi vincitori avanzarono le richieste di risarcimento per i danni di guerra e gli Stati Uniti chiesero a tutti i paesi la restituzione dei prestiti.

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